tipi di rumore

IL RUMORE

Alla terminologia rumore viene associato comunemente tutto ciò che provoca una sensazione sgradevole, fastidiosa o intollerabile. Ma non è sempre così: basti pensare al "verso gioioso di un bambino piccolo", che pur essendo un rumore,  non evoca sensazioni sgradevoli;
inoltre un rumore può essere considerato un avvertimento che permette ad esempio di individuare un guasto o un pericolo o di metterci in attenzione (ad esempio l’allarme dell’impianto di antifurto).
Tecnicamente il suono è una perturbazione meccanica che si propaga in un mezzo elastico (gas, liquido, solido) e che è in grado di eccitare il senso dell’udito.
Un qualsiasi oggetto, se sollecitato, inizia a vibrare (ad esempio una corda di chitarra, ecc.); tali vibrazioni, per mezzo dell’aria, giungono fino al nostro orecchio che le trasforma in suoni.

Comunemente, vengono definiti “suoni” i segnali sonori composti da un certo numero di frequenze fisse ben definite (ad esempio il LAeq di un diapason).
Vengono definiti “rumori” quei fenomeni casuali costituiti da un numero infinito di componenti, ciascuna con caratteristiche di ampiezza e di fase imprevedibili (ad esempio quelli prodotti in un cantiere edile o dal traffico stradale).

Se si considera il fenomeno acustico in rapporto all’individuo che lo percepisce, possiamo definire un suono come rumore quando provoca una sensazione  uditiva sgradevole, in quanto diverse sono le sensazioni da persona a persona e dipendono spesso da situazioni particolari: stato d’animo, stato fisico.
Il problema, pertanto, non è quello di stabilire se un dato suono possa o meno definirsi “rumore” bensì quello di formulare, dopo aver eseguito specifiche misure e controlli strumentali, un giudizio di valutazione sull’entità del disturbo arrecato dai rumori e di studiare i provvedimenti adatti a ridurre il  disturbo stesso.

PROPAGAZIONE DEL SUONO
La perturbazione sonora che si propaga nell’aria, provoca una variazione di pressione estremamente contenuta (da 10-5 a 102 Pascal; 1 atm = 100.000 Pascal) e con una velocità molto maggiore (da 20 a 20.000 volte per secondo – Hz) rispetto alle lentissime variazioni di pressione atmosferica.
Nel caso più semplice le variazioni della pressione sono descritte da una funzione sinusoidale caratterizzata dalle seguenti grandezze:
FREQUENZA: numero di oscillazioni complete nell’unità di tempo (Hz);
PERIODO: durata di un ciclo completo di oscillazione (s); è l’inverso della frequenza;
VELOCITÀ DI PROPAGAZIONE: velocità con la quale la perturbazione si propaga nel mezzo, in dipendenza dalle caratteristiche del mezzo stesso (m/s). Nell' aria la velocità di propagazione è pari a 331,8 m/s. In altri mezzi (acqua) la velocità varia.
LUNGHEZZA D’ONDA: distanza percorsa dall’onda sonora in un periodo (m);
AMPIEZZA: valore massimo dell’oscillazione di pressione (N/m²).

PRINCIPALI TIPI DI SUONO :

COSTANTE O CONTINUO
Quando il livello sonoro ha variazioni trascurabili nel tempo entro i 5 dB(A) 
Esempio : rumore di un ventilatore portatile in funzione. 

FLUTTUANTE O DISCONTINO
Quando il livello sonoro è estremamente variabile nel tempo e > a 5 dB(A)
Per esempio macchine aventi condizioni di funzionamento differenti nel tempo, quali un compressore,una fresa,una sega elettrica,ecc.


IMPULSIVO
Quando il livello sonoro si presenta di breve durata e con peak (picchi) di pressione elevati.
Per esempio colpi di pistola, detonazioni varie, esplosioni.
Per risultare impulsivo al nostro orecchio occorre però che fra un colpo e l'altro vi sia almeno un intervallo di 1 secondo.

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